Angelo Bellobono – Linea Appennino 1201

 30,00

cm 23 × 29
pagine 112
testo di Angelo Bellobono

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Descrizione

Da diversi anni il lavoro di Bellobono si concentra sulle montagne del Mediterraneo – concepito come grande lago incastonato tra le vette che lo circondano – e sull’Appennino, che con i suoi 1201 km rappresenta la colonna vertebrale orografica del nostro Paese.
Nel 2018 l’artista ha percorso a piedi la dorsale appenninica, dal limite meridionale del Pollino/Dolcedorme fino al Monte Maggiorasca in Liguria; il rapporto diretto con la natura e l’attraversamento del paesaggio hanno generato visioni confluite in quadri, scritti, riviste dipinte e questo nuovo libro d’artista.
Il libro raccoglie una selezione delle pagine delle riviste dipinte dedicate e ispirate da Bellobono all’Appennino, opere in cui dei magazine di arte contemporanea diventano supporto ideale per accogliere la necessità del gesto pittorico e del pensiero immaginifico. L’artista restituisce qui la sua relazione corporea e mentale con il paesaggio, le sue creste, i suoi cieli, le sue terre – raccolte e mescolate con la pittura –, le molte tracce di animali e le rare presenze umane: l’essenza stessa dell’incontro con la natura, dunque con se stessi. In un costante percorso di esplorazione denso di sensazioni, memorie e connessioni attivate a partire da territori perlopiù ignorati, Bellobono riflette sull’Italia interna e alta per costruire futuri possibili, realizzando diari di viaggio “artistico-ritualistici” in cui si fondono l’esperienza fisica della natura e la materia della pittura.

Il volume presenta due varianti di copertina che racchiudono lo stesso contenuto.

Angelo Bellobono (Nettuno, Roma, 1964) è vissuto tra le montagne di mezzo mondo, a New York e Roma. Attraverso il suo lavoro dipinge atmosfere e storie sospese, che indagano il rapporto tra antropologia, geologia, identità, confine e territorio ridisegnando costantemente il paesaggio naturale e sociale. Sperimenta costantemente un senso di appartenenza “corporale” ai luoghi, esperienza necessaria a leggere le sedimentazioni e le memorie del paesaggio. Negli anni le sue professioni di artista e sportivo professionista si sono fuse insieme. Il ghiaccio e le montagne, in particolare le catene montuose del Mediterraneo, sono elementi frequenti nel suo lavoro; ghiaccio che rappresenta l’archivio di memoria del pianeta e le montagne immaginate come cerniere e non barriere, ponti tra culture e paesi. Considera il Mar Mediterraneo un “Lago di montagna”.
Insieme alla sua ricerca pittorica Bellobono ha realizzato diversi progetti interdisciplinari in cui arte, sport e biosostenibilità diventano strumenti di connettività sociale e sviluppo microeconomico, come nel caso di Atla(s)now con le comunità Amazigh dell’Alto Atlante marocchino, o Before me and after my time con i Ramapough Lenape i nativi americani di New York e Io sono Futuro nelle aree appenniniche colpite dal sisma. Nell’estate del 2018, per il progetto Linea Appennino 1201, ha attraversato tutto l’Appennino dalla Calabria alla Liguria per raccogliere la terra di ogni vetta poi utilizzata nei suoi dipinti.
Tra le mostre cui ha preso parte: Multicultural Art Center, Melbourne (2019); AlbumArte, Roma (2019); Spazio Mars, Milano (2018); American University’s Katzen Art Center, Washington (2016); Biennale di Marrakech (2014, 2012); Museo d’Arte Moderna, Il Cairo (2010); CIAC, Genazzano, Roma (2010); Macro, Roma (2009); XV Quadriennale di Roma (2008); Fondazione Volume, Roma (2008); Museo d’Arte Moderna, New Delhi (2007). Il suo lavoro è presente in numerose collezioni pubbliche e private.