Descrizione
Dalle meravigliose esperienze sperimentali degli anni Settanta fino ai giorni nostri, l’Italia è sempre stata un centro propulsore per lo sviluppo della Videoarte. Un patrimonio culturale molto spesso sottovalutato la cui storia è una continua scoperta. Il libro ripercorre i momenti più evolutivi attraverso i racconti dei protagonisti (artisti, curatori, critici e studiosi) intervistati dall’autore.
Il primo capitolo è dedicato all’analisi delle prime teorie sul rapporto fra arte e tecnologia di Lucio Fontana, all’amore per l’Italia del padre della videoarte Nam June Paik e le esposizioni a lui dedicate, ai primi studi e realizzazioni di Luciano Giaccari che elaborò la Classificazione dei modi d’uso del video in arte. Gli anni Settanta sono invece tema del secondo capitolo ove vengono ripercorsi gli avvenimenti che portarono l’Italia ad essere uno dei maggiori centri internazionali di produzione e diffusione della videoarte: dalla mostra “Gennaio ’70” alle performance della Galleria L’Attico, alle prime opere realizzate alla Galleria del Cavallino di Venezia, ad art/tapes/22 di Firenze e al Centro Videoarte Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Nei capitoli successivi sono evidenziate le vicende degli anni Ottanta ma anche le problematiche relative alla salvaguardia e all’archiviazione delle opere video che rischiano di andar perdute lasciando un grande vuoto nella storia dell’arte italiana. Si illustra poi il periodo dagli anni ’90 fino ai giorni nostri che ha visto questa espressione artistica sempre in continua evoluzione (l’ultima è il videomapping) e protagonista dei più importanti festival internazionali. Il libro presenta inoltre 24 immagini fotografiche che contribuiscono a ripercorrere questa appassionate storia. Il saggio rappresenta quindi un momento di studio, critica, indagine e riflessione sul passato, presente e futuro della videoarte italiana.