Descrizione
Quante strade si possono percorrere all’interno della grande categoria della fotografia contemporanea? Ovviamente molteplici, tuttavia ce ne sono di talmente battute da non riuscire più a far alzare nemmeno un granello di polvere. Alcune tematiche hanno, infatti, ormai perso la loro complessità, diventando dei cliché di ciò che la fotografia può o non può dire. Eppure, di fronte al vacillare di un sistema fatto di gallerie, collezionisti e istituzioni sempre più assenti, ci troviamo a dover scegliere fra due possibilità. Rintanarsi in un’arte rassicurante, che poggia saldamente i piedi in tematiche e modalità proprie del passato, oppure cercare prospettive alternative. Questa seconda ipotesi, ovviamente, necessita di una visione più lungimirante, che si prenda il rischio di uscire dalle logiche del consenso nel tentativo di scollarsi dalle spalle il peso del Novecento, secolo in cui, in fondo, tutti noi ancora viviamo.
È da queste premesse che emerge la necessità che gli artisti adottino sempre di più un atteggiamento antropologico, in grado di andare oltre la superficie delle cose per catturare le tracce di ciò che siamo oggi. Non si tratta di indagare semplicemente il clima politico e storico in cui viviamo, ma anche, e soprattutto, di scoprire le nuove possibilità in grado di emergere dai dissesti provocati nella società occidentale dalla nascita delle nuove tecnologie e del mondo virtuale.
I saggi raccolti in questo volume raccontano quattro strade nuove, spesso lasciate ai margini delle narrazioni ufficiali proprio a causa del loro discostarsi dai generi tradizionali. Scritti a distanza temporale di un anno dall’altro, ogni testo guarda alla ricerca fotografica di un preciso istante, differente a quello successivo. Sono da intendersi come una ricognizione “in tempo reale”, atteggiamento che per sua natura comporta una serie di possibili contraddizioni e ambiguità amplificate dalla velocità con cui si avvicendano i cambiamenti che contraddistinguono la nostra contemporaneità. Ma tutto si basa proprio su questa sfida: guardare all’oggi, sondare nuovi terreni, accettando la possibilità inevitabile di fare passi falsi.