Descrizione
L’identità come costruzione e finzione, un cocktail di citazioni: Bruno Munari, Sculture da viaggio, gioco per riequilibrare dei lavori troppo seri; Giulio Paolini, Mimesi, uno di fronte all’altro due esemplari identici di una stessa scultura, l’osservatore coglie la distanza che le divide; Emmanuel Lévinas, nell’epifania del volto dell’altro scopro che il mondo è mio nella misura in cui lo posso condividere con l’altro.
Identity as construction and fiction, a cocktail of references: Bruno Munari, Travel sculptures, a game to balance out overly serious works; Giulio Paolini, Mimesis, two identical exemplars of the same sculpture, facing each other, the observer grasps the distance that divides them; Emmanuel Lévinas, in the epiphany of the face I discover that the world is mine to the extent that it can be shared with another.
Sono nato a Ravenna nel 1960, ho frequentato l’Istituto Statale d’Arte per il Mosaico e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna dove poi ho insegnato fino al 2010.
Nel 1993 prima mostra personale nello spazio di Viafarini a Milano, dove espongo il progetto La rivoluzione dei corpi singolari, a cura di Roberto Daolio. 1994, Ars Lux: 100 opere originali su 100 diversi manifesti luminosi, a cura di Roberto Daolio, Giacinto di Pietrantonio, Silvia Grandi, Iannis Kopsinis, Gabriele Perretta, Roberto Pinto, Gianni Romano, Marco Senaldi. 1993, Rassegna d’Arte Contemporanea, a cura di Gino Gianuizzi (Galleria Neon Bologna), Vecchio Mercato Coperto, Varzi (PV). 2012, personale – BoxHead/Remix, Blugallery, Bologna, a cura di Valerio Dehò. 2015, personale – Playstones, Museo della Città, Rimini. 2017, personale – Holes, niArt Gallery, Ravenna. 2018, Portrait of the artist as a young dog, Far, Rimini, a cura di Gino Gianuizzi, Danilo Montanari.
Libri d’artista – Playstones 2014, Two of two 2015, Holes 2017, Danilo Montanari Editore.
“io cerco la compostezza del banale, la neutralità di un’immagine, non singoli punti di realtà ma concentrati di sequenze formalizzate da altri… io cerco l’apologia del dissonante, l’intrusione di un vissuto, di una fisicità irriducibile a qualsiasi corpo immagine. Lavoro in bassa definizione per raggiungere un alto grado di emozionalità”